lunedì 5 aprile 2010

Il papa che non avrebbe taciuto


E' mia convinzione - e non soltanto mia - che, contrariamente al suo successore Pio XII (il papa che tacque) Pio XI avrebbe sì levato la sua voce contro le persecuzioni e lo sterminio degli ebrei - se non fosse morto nel febbraio del 1939. A più riprese (e non soltanto) lo fece già soprattutto durante l'anno 1938. Inizialmente favorevole al fascismo e nazismo, soprattutto quale baluardo contro il bolscevismo, verso la fine del suo pontificato se ne distanziò sempre più, a parole e a fatti, meditando infine la rottura. Ma fu spesso ostacolato e censurato da "controcorrenti" all'interno della curia, in prima linea dall'allora segretario di stato Eugenio Pacelli (il futuro Pio XII) che volle mantenere i "buoni" rapporti con la Germania nazista - a qualsiasi costo.

Convinto ne fù anche un personaggio che certamente ne sapeva qualcosa degli avvenimenti e delle correnti all'interno della curia: Scriveva infatti Ernst von Weizsäcker, allora ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, nelle sue memorie:

«Se Pio XI fosse vissuto, certamente si sarebbe arrivati alla rottura pubblica [con Hitler ed i regimi totalitari, fascismo e nazismo].»

Da un'intervista radiotelevisiva dell'aprile 2009 con lo storico Giovanni Miccoli, intitolata: "Pio XI. Un papa solo contro i totalitarismi" (l'audio purtroppo non funziona più).

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