lunedì 5 aprile 2010

Pacelli tratenne richieste d'aiuto

.
Pacelli tratenne le richieste d'aiuto contro le persecuzioni antiebraiche

Il 5 novembre 2009, lo storico ecclesiastico Hubert Wolf tenne un discorso all'Università di Vienna sul tema "Politica ecclesiastica nell'epoca delle dittature" ("Kirchenpolitik im Zeitalter der Diktaturen"). Wolf già dal 1992 è autorizzato a fare delle ricerche negli Archivi segreti vaticani con un permesso speciale.

L'essenza del suo lungo discorso dai toni, come di sua consuetudine, molto attenuanti, può essere riassunta in poche righe:
Eugenio Pacelli, il futuro papa Pio XII, non trasmise a Pio XI una sola lettera di richiesta d'aiuto contro le persecuzioni antiebraiche in Germania, di cui a partire dal 1933 ne giunsero innumerevoli in Vaticano.

L'unica lettera che giunse fino al papa fù quella della convertita ebrea Edith Stein; se tramite Pacelli o meno non è chiaro e nemmeno tanto importante.

La colpa sarebbe - vuol suggerire Wolf - di Cesare Orsenigo, che a partire dal 1930 sostituì Pacelli come nunzio apostolico in Germania. Pacelli in seguito divenne segretario di stato del Vaticano e come tale recipiente sia delle relazioni del nunzio che di queste richieste d'aiuto.

Proprio a Orsenigo - che lo stesso Wolf in precedenti articoli caraterizzò come un nunzio "debole" che mai poteva competere con Pacelli che aveva una solida formazione diplomatica - proprio a Orsenigo ora Pacelli dovrebbe aver prestato ascolto e aver trattenuto le lettere per "cautela". Ciò è addirittura ridicolo e con molta probabilità anche diffamante nei confronti di Orsenigo.

L'unico riferimento al discorso di Wolf lo trovo sulle pagine web dell'arcidiocesi di Vienna, su altri siti web cattolici, dove venne anche preannunciato il suo discorso, sembra non si ritenga molto importante quanto emerge dalle sue richerche.

Estratto dall'articolo sul discorso di Hubert Wolf (dal sito web dell'arcidiocesi di Vienna):

«Dei stereotipi antiebraici si possono sì riscontrare in documenti vaticani. Tuttavia a seguito degli eccessi antisemiti in Germania, Pacelli si rivolse all'allora nunzio in Germania con la seguente argomentazione: Fa parte delle "tradizioni della Santa Sede di praticare la sua missione di pace e di amore verso tutti gli uomini, indipendentemente dal loro stato sociale o dalla loro religione." Qui Pacelli argomentò in base alla dignità umana, sottolinea Hubert Wolf. Ma dal nunzio tedesco gli pervenne una risposta negativa:
"Un'intervento del rappresentante della Santa Sede sarebbe un'atto contro un paese amico."

Pacelli avrebbe fatto sua questa posizione, constata Wolf: A partire della primavera del 1933 vi furono innumerevoli lettere rivolte al papa con la richiesta di alzare la sua voce contro le persecuzioni antiebraiche. L'unica lettera che di fatto raggiunse il papa fù quella della convertita ebrea Edith Stein, trasmessa dall'abate di Beuron. Le fù risposto che si pregherà per loro. * […]

Anche il rabbino viennese Arthur Zacharias Schwarz, futuro suocero del sindaco di Gerusalemme Teddy Kollek, si sarebbe rivolto a Pio XI, al quale lo legavano anni di studi in comune: "Se fosse possibile a Sua Santità esprimere che anche un'ingiustizia contro gli ebrei rimane un'ingiustizia, una tale parola solleverebbe il coraggio e la morale di milioni dei miei concittadini ebrei." Questa lettera non sarebbe mai stata sottoposta al papa, così Wolf, il quale però trovò una nota del segretariato nella quale si leggeva che la faccenda è "molto delicata" e che la Santa Sede non si esprimerà in proposito.»


[Traduzione mia]

Mi sembra che con ciò sia detto abbastanza sulla "missione di pace e di amore" (Wolf) della quale Pacelli alias Pio XII era ispirato o meno.

Molto interessante a questo proposito un'articolo di Dino Messina pubblicato sul "Corriere della Sera" del 10 giugno 2009 su una lettera "mai spedita", il che riporta Messina ad un'altro suo articolo del settembre 2008 nel quale riporta testualmente le annotazioni di Monsignor Domenico Tardini le quali dimostrano come Pacelli addirittura censurò Pio XI (entrambi gli articoli si trovano qui). Domenico Tardini era collaboratore nella segreteria di stato diretta da Pacelli.

Già allora Dino Messina concludeva: «Quest’episodio svela chiaramente, se mai ve ne fosse ancora bisogno, il diverso atteggiamento verso il fascismo e la sua politica razziale tenuto dai due pontefici.»

Hubert Wolf invece continua a voler discolpare Pacelli, per lo più a spese del suo predecessore (come avvenuto già in precedenza), ed ora anche a spese di Cesare Orsenigo. Ciò che non gli riesce affatto.

* Dubito inoltre che Edith Stein ricevette la risposta che "sarà pregato per loro" - nella sua autobiografia del 1938 infatti si chiede cosa mai ne sarà divenuto della sua lettera a Pio XI.

Nessun commento: