lunedì 5 aprile 2010

Come Pacelli censurò Pio XI

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Sono di nuovo delle note interne di Domenico Tardini, addetto alla Segreteria di stato, a parlarci di come Pacelli censurò Pio XI.

Dal blog di Dino Messina sul "Corriere della Sera" del 19 settembre 2008 (e riproposto nello stesso blog il 10 giugno 2009):

"Quando Pio XI protestò con Pacelli: "Nascondi la mia nota antirazzista" e "Il no di Pio XI alle leggi razziali"

Lo riporto qui quasi per intero, tralasciando soltanto pochissime frasi nonchè la fine dell'articolo (sperando di non violare un qualche diritto d'autore):

IL DOCUMENTO: UN APPUNTO INEDITO DI MONSIGNOR DOMENICO TARDINI

La scena madre si svolge in Vaticano la sera del 15 novembre 1938. L'Osservatore Romano ha appena pubblicato un articolo riguardante la posizione della Chiesa cattolica sulle leggi razziali* e in particolare una sintesi della nota che Pio XI ha inviato all'ambasciatore del governo italiano e a re Vittorio Emanuele III. L'intervento del Pontefice è molto duro.

Soprattutto a proposito dei matrimoni misti, Papa Achille Ratti crede che l'articolo 6 di quella che il 17 novembre sarebbe diventata la cosiddetta «legge sulla difesa della razza» vada contro la lettera e lo spirito del Concordato. [...]

Pio XI [...] impegna le sue forze residue - è malato e prossimo alla morte - per contrastare l'ignobile svolta del fascismo. Come per l'enciclica antirazzista, gli sforzi del Papa spesso non riescono ad andare a buon fine.

Ha chiesto e dato disposizione di far pubblicare dall'«Osservatore Romano» il testo integrale della sua nota antirazzista e la risposta che il re gli ha inviato «con sovrana cortesia». Mussolini non si è invece degnato di rispondergli.

Il Pontefice si stupisce quindi di vedere pubblicata sul giornale vaticano una sintesi ammorbidita delle sue posizioni e non nasconde il proprio disappunto all' «Eminentissimo cardinale Segretario di Stato».

A raccontare la scena è una nota inedita di monsignor Domenico Tardini, addetto presso la segreteria di Stato retta in quel periodo da Eugenio Pacelli, che alla morte di Pio XI, avvenuta il 10 febbraio 1939, sarebbe stato eletto pontefice con il nome di Pio XII.

L'appunto inedito di monsignor Tardini fa parte della serie di documenti, custoditi presso l'archivio vaticano e appena desecretati, [...]

Tornando a quella scena madre in Vaticano, monsignor Tardini scrive che «l'Eminentissimo cardinale» aveva fatto notare al Papa che «non è consuetudine pubblicare il testo intero di documenti diplomatici ... ». Il Santo Padre annuì, e così fu fatto.

Purtroppo però sua Santità dovette dimenticare l'autorizzazione data. Sicché ognuno può immaginare la sua sorpresa e il suo rammarico quando, leggendo l'«Osservatore Romano» come faceva sempre puntualissimamente si avvide che il testo dell'articolo non corrispondeva a quello della Nota. Particolarmente a lui dispiacque il non trovarvi l'accenno alla risposta inviata dal Re.

A questo punto è interessante svelare che l'autore dell'articolo tanto sgradito al Papa, che senza considerare la cortese risposta del re sembrava un monologo politicamente sterile, era lo stesso monsignor Tardini:

«Il Santo Padre non si quieta. Trova che l' articolo è un lungo monologo. Vi si dice, infatti, che si può forse sperare in opportune intese: "Ma chi vi dà queste speranze? Le vostre considerazioni! Dunque è un monologo! E invece le speranze sono fondate sulla risposta del Re».

[...] Dopo qualche giorno, riavutosi da una crisi del suo male,

«il Papa - racconta Tardini - chiese: "Chi ha fatto l' articolo?" Ed io subito: "Io, Santità". E il Santo Padre: "Proprio mi rallegro". Ma l'Eminentissimo intervenne: "Santità, io ho rivisto l' articolo e me ne prendo tutta la responsabilità"».

Era il 28 novembre 1938. Monsignor Tardini, dopo aver registrato il parere del medico su Pio XI («può morire da un giorno all' altro»), prosegue:

«L'intervento così pronto e così generoso dell'Eminentissimo rende meno turbato il Santo Padre che, a un certo punto, incomincia a dettarmi un comunicato da pubblicare la sera stessa sull'"Osservatore Romano". (...) Sua Santità riferiva testualmente le parole della risposta reale. L'Eminentissimo riuscì a impedirlo».

Quest' episodio svela chiaramente, se mai ve ne fosse ancora bisogno, il diverso atteggiamento verso il fascismo e la sua politica razziale tenuto dai due pontefici: [...]

* Nel 1938 il fascismo comincia a perseguitare gli ebrei. Tra settembre e novembre una serie di leggi razziste li emargina brutalmente dal resto della società.

Penso ce n'era ancora bisogno sì; troppo spesso ancora Pio XI viene messo sullo stesso piano del suo successore, o vengono attribuiti a lui "silenzi" quando era invece Pacelli a silenziarlo ... oppure si parla semplicemente della "Chiesa", specie quando il merito è di Pio XI, offuscando in tal modo il contrasto tra i due protagonisti.

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